Al contrario dell’Unione Europea, per molti cittadini africani non è ancora possibile muoversi da una parte all’altra del continente senza ottenere un visto. È permesso solo tra stati che appartengono alla stessa area geografica: ciò vale per gli spostamenti all’interno dei paesi del Sahel, per esempio, o dell’Est Africa.
Tuttavia, pare che il continente non sia ancora riuscito ad anteporre una visione continentale a quella regionale, che tuttora prevale.
Si tratta di una limitazione non indifferente. La richiesta del visto, infatti, oltre a richiedere spesso molto tempo, è una procedura costosa ed è a tutti gli effetti un ostacolo per chi desidera lavorare o studiare in un altro paese africano.
L’Unione Africana e la Banca africana di sviluppo producono ogni anno, dal 2016, un report che analizza i progressi su questo fronte, ritenuti urgenti affinché l’Africa Continental Free Trade Area funzioni nel migliore dei modi. Ad ogni paese viene attribuito un punteggio, quelli che non richiedono il visto a nessuna nazione africana hanno il punteggio più alto. È il caso, finora, di soli tre paesi: il Benin, il Gambia e le Seicelles. Un passo avanti rispetto al 2017, quando un solo paese rientrava in questo elenco.
Il report sottolinea come il permanere di queste barriere sia un impedimento significativo anche per lo sviluppo industriale e commerciale. La libera circolazione delle persone è fondamentale per creare un ambiente imprenditoriale più favorevole, scrive Marie-Laure Akin-Olugbade, direttore generale della Banca africana di sviluppo.
L’Indice di apertura dei visti del 2022 segna un miglioramento rispetto al 2021, nonostante i due anni trascorsi sotto la pressione del Covid-19 avessero portato all’irrigidimento di molte frontiere. È positivo segnalare come i risultati attuali siano migliori non solo rispetto all’anno passato ma anche alla situazione pre-pandemica. Dei 20 in cima alla classifica, 5 hanno aumentato la loro apertura nell’ultimo anno e solo uno è peggiorato.
Un altro progresso significativo riguarda i paesi che ad oggi consentono il rilascio del visto elettronico: oggi sono 24, rispetto ai 9 del 2016.
I paesi più restrittivi rimangono il Sudan, la Guinea Equatoriale e la Libia, con un netto miglioramento registrato dal Sud Sudan, che fino al 2021 richiedeva il visto a tutti gli altri 53 paesi, ma soprattutto dal Djibouti, che è passato dalla terzultima posizione alla diciottesima. (AB)