Dopo un testa a testa con il Kenya, il ruolo di presidenza dell’Unione Africana (Ua) per il 2023 alla fine andrà alle Comore.
Si tratta di un traguardo finora mai raggiunto da questa piccolissima nazione, ma desiderato fortemente visti i grandi obiettivi di sviluppo che il paese si è posto per il 2030, secondo il piano, adottato nel 2019, Plans Comores Emergent (Pce), che ha un costo totale stimato attorno ai 4,6 miliardi di euro. Il sogno prevede una crescita trasversale su tutti i fronti, dalle infrastrutture al settore energetico, fino a quello sanitario e accademico.
Manca ancora la conferma da parte dei canali ufficiali dell’Unione africana. Tuttavia, in seguito al vertice Usa-Africa, svoltosi tra il 13 e il 15 dicembre, William Ruto ha annunciato il suo ritiro dalla candidatura di presidente dell’Ua. Ha lasciato quindi il campo libero ad Azali Assoumani, presidente delle Comore, che ha manifestato pubblicamente la sua gratitudine, definendo il gesto di Ruto un segno positivo per la coesione e la stabilità dell’Africa orientale.