All’annuale Conferenza dei ministri africani delle finanze, del bilancio e dello sviluppo umano – tenutasi dal 28 febbraio al 5 marzo a Victoria Falls (Zimbabwe) ‒ i vescovi africani riuniti nel SECAM (Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar) hanno rivolto un pressante messaggio in cui chiedono la revisione del sistema finanziario che riguarda salute, cambiamento climatico, cibo e altre sfide cui l’Africa si trova affrontata.
I vescovi denunciano il fatto che nell’Africa subsahariana il numero di persone vittime di insicurezza alimentare è raddoppiato dal 2019 toccando i 420 milioni di persone a fine 2023.
«Nel 2030, 120 milioni di persone in povertà estrema, si troveranno ad affrontare il rischio siccità, inondazioni, e caldo estremo», affermano ancora. Dicono inoltre che il rimborso del debito supera del 50% le spese complessive per salute, educazione, protezione sociale e clima.
Per i vescovi, «le misure finanziarie di cui l’Africa ha oggi bisogno esigono una revisione radicale del sistema finanziario globale che permetta una veloce riduzione del debito e un altrettanto rapido accesso alla finanza per uno sviluppo sostenibile, pubblico e privato, che metta al centro la gente e il pianeta».
Che dei pastori della Chiesa, che della gente conoscono difficoltà e sofferenze, si ascolti la voce. Per il bene di tutti.