Viaggio lampo di Di Maio in Somalia, Kenya ed Etiopia - Nigrizia
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In Somalia è la prima visita di un ministro degli esteri italiano in 10 anni
Viaggio lampo di Di Maio in Somalia, Kenya ed Etiopia
13 Giugno 2022
Articolo di Redazione
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Il ministro degli esteri italiano Di Maio con il neoeletto presidente somalo Hassan Mohamud (Credit: Farnesina / Twitter)

Nemmeno una riga è apparsa sulle agenzie di stampa internazionali che si occupano di Africa, sulla visita di Luigi Di Maio (dal 12 al 14 giugno) in Somalia, Etiopia e Kenya. A parlarne sono solo le agenzie italiane che riportano peraltro solo generiche informazioni istituzionali che parlano di un viaggio per “rafforzare la cooperazione con il continente africano”.

In particolare in Somalia, ex colonia italiana, si tratta della prima visita di un ministro degli esteri italiano negli ultimi 10 anni. Il viaggio lampo fa seguito a quelli effettuati nelle scorse settimane in Algeria, Angola, Repubblica del Congo e Mozambico, assieme all’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento energetico.

 In una lettera al quotidiano Avvenire, Di Maio spiega che la sua missione in Africa orientale “intende rinnovare il contributo concreto che il nostro paese vuole offrire alla stabilità di un’area ricca di opportunità, ma caratterizzata da tensioni che ne frenano il potenziale di crescita e progresso”.

E prosegue precisando che dall’inizio del suo mandato “sono state 23 le missioni che compiute in Africa”, e che “A queste si aggiungono quelle che la viceministra Marina Sereni – con delega alla Cooperazione allo sviluppo e alle relazioni con i paesi africani – svolge regolarmente nel continente africano dove si trovano 11 dei 20 paesi prioritari per la nostra cooperazione”.

Inoltre, il ministro ricorda che “la nomina di Emanuela Del Re alla carica di Rappresentante speciale della Ue per il Sahel, prima donna a ricoprire tale carica, testimonia il ruolo sempre più profilato svolto dal nostro paese in un’area geografica divenuta strategica per la sicurezza di tutta l’Europa e dalla quale sale una domanda di assistenza ai gruppi fragili nei contesti di crisi più gravi”.

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