«L’approccio dell’UE a partenariati con i paesi terzi per la gestione della migrazione comincia a dare risultati in Tunisia, dove le partenze irregolari da Sfax sono rallentate. Ora speriamo di raggiungere presto un accordo con l’Egitto, dove la migrazione fa parte di un partenariato più ampio».
A dare l’annuncio di una replica del patto tunisino con l’Egitto, è stata la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, nel suo intervento alla plenaria del parlamento di Strasburgo, il 13 dicembre.
Durante il dibattito sul bilancio della presidenza spagnola del Consiglio dell’UE con il premier Pedro Sanchez, Von der Leyen ha anticipato le intenzioni prossime di una partnership di gestione migrazioni in un quadro più ampio con un paese dove i diritti umani sono tutt’altro che rispettati.
Un piano di partenariati già menzionato per altro in un allegato contenuto in una lettera della presidente della Commissione, inviata al Consiglio europeo prima di una riunione di ottobre. Una missiva in cui già si faceva riferimento a un «partenariato più forte contro il traffico di esseri umani», che comprenderebbe controlli capillari alle frontiere e una maggiore cooperazione tra le forze di polizia.
Ora la conferma a parole, mentre annuncia che anche il tanto atteso e discusso Patto su migrazione e asilo sta per arrivare al traguardo. Dopo aver tessuto elogi per la presidenza spagnola, arriva l’auspicio di arrivare finalmente a meta: «Con la buona volontà e la flessibilità di tutti verso un obiettivo comune, potremo concludere questo Patto». Sulla flessibilità, soprattutto di alcuni dei paesi europei, in realtà permangono non pochi dubbi.