Ci sono appuntamenti che possono segnare il destino di una relazione. Il buongiorno si vede dal mattino, dice il proverbio, e per lo Zambia è l’occasione di cambiare vestito e raddrizzare, a livello internazionale, un’immagine compromessa da un decennio di malapolitica.
Alla fine di settembre gli occhi della 76esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sono stati puntati verso l’Africa e, tra gli altri, anche sul neo-presidente dello Zambia, paese che si è confermato come una delle più stabili democrazie del continente, capace di garantire un’alternanza di potere sancita dalle urne con il voto del 12 agosto 2021.
Ѐ stato il momento di HH, Hakainde Hichilema. La sua occasione di far conoscere il suo paese e di dare un forte messaggio di cambiamento al mondo. Lo ha fatto presentandosi nel freddo palazzo di vetro di New York, con voce ferma e profonda, senza leggere, puntando lo sguardo su tutta la platea, in un movimento che sembrava non escludere nessuno.
Era tarda sera nella Grande mela, quando HH è salito sul podio degli oratori nel suo vestito blu scuro con la sua immancabile cravatta rossa sulla camicia bianca, in contrasto con lo sfondo grigio-verde dei marmi del palazzo.
HH ha snocciolato i punti del suo intervento di 22 minuti, partendo dal riconoscimento del ruolo dei giovani nella sua vittoria, passando ad un dovuto tributo al padre della patria KK, ovvero Kenneth David Kaunda, freedom fighter per l’indipendenza, ottenuta il 24 Ottobre 1964 e primo presidente della Repubblica dello Zambia, recentemente scomparso.
HH ha parlato di Covid-19, dell’insufficiente percentuale di vaccinati nel suo paese (solo il 3% della popolazione), dichiarando di voler incrementare il numero dei vaccinati al 70% entro la metà del 2022.
Ha parlato di diversificazione degli investimenti, di infrastrutture, di trasparenza dei conti, di lotta alla corruzione e di rispetto dei diritti umani, enfatizzando le due parole che lo hanno reso famoso: “very important!” HH le ha ripetute più volte anche in questa occasione. E poi ancora, toccando temi fondamentali per la disastrata economia del paese (lo Zambia è in bancarotta dal 2020, sommerso dal debito estero, ndr) quali agricoltura, settore minerario, turismo, sistema sanitario, educazione, tecnologia e servizi finanziari.
Fino a un punto importante a livello globale, da sviluppare localmente: quello del cambiamento climatico. Ѐ qui che HH ha rivelato ai partecipanti che, per la prima volta nella storia del suo paese, è stato istituito il ministero della Green Economy and Enviroment (economia verde e ambiente).
HH non ha dimenticato di ricordare il ruolo fondamentale delle donne nel continente africano e nel suo governo, sottolineando che a coprire il ruolo di vicepresidente sia proprio una donna, Mutale Nalimango, così come è donna la prima portavoce dell’Assemblea nazionale, Catherine Namugala. Ha promesso inoltre di aumentarne il coinvolgimento femminile nella formazione del suo esecutivo.
Non c’è che dire, HH si è confermato un esperto di comunicazione, a dispetto del suo predecessore Edgard Lungu che leggeva proclami vuoti di emozioni che nessuno già ricorda più. HH sa quali temi toccare per far presa sul suo pubblico: disarmo nucleare, lotta al terrorismo e ai crimini informatici, cambiamento climatico e alla corruzione.
L’auspicio è che sia capace di restare coerente alle sue parole e fedele alle promesse fatte al suo popolo, perché lo Zambia merita molto di più di ciò che ha avuto nell’ultimo disastroso decennio. Lo Zambia è pronto ad indossare un vestito nuovo. Il vestito della bellezza, della dignità e dello sviluppo sostenibile per tutti, nessuno escluso.