Lo storico oppositore Hakainde Hichilema è il nuovo presidente dello Zambia. Lo ha decretato la sera del 15 agosto la Commissione elettorale indipendente, scatenando la festa dei suoi sostenitori nelle strade della capitale e delle principali città del paese.
Lo Zambia si conferma così come una delle più stabili democrazie del continente, capace di garantire un’alternanza di potere sancita dalle urne. Ѐ infatti la terza volta che il potere si è spostato pacificamente da un partito di governo all’opposizione dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1964.
Anche l’affluenza al voto è stata altissima: il 70,95% degli oltre 7 milioni di cittadini registrati.
Hichilema, 59 anni, ha sconfitto il presidente in carica Edgar Lungu, 64 anni, alle elezioni presidenziali del 12 agosto con oltre 2 milioni e 810mila voti contro poco più di 1 milione e 814mila di Lungu. Ci aveva già provato nel 2016, perdendo per una manciata di voti. Questa volta però, il distacco – quasi 1 milione di voti – difficilmente permetterà al presidente uscente di ricorrere contro il risultato, denunciando frodi.
Vanno comunque in questo senso le prime dichiarazioni di Lungu che il 14 agosto ha detto che le elezioni “non sono state libere ed eque” dopo gli episodi di violenza contro gli agenti del suo partito in tre province, che hanno imposto il rafforzamento della presenza militare nella capitale Lusaka.
Lo sconfitto ha sette giorni di tempo per presentare ricorso alla Corte Costituzionale.
Si attende ora di vedere se anche il voto legislativo e delle amministrazioni locali rispecchierà l’alternanza tra il partito di Lungu, il Fronte patriottico (Patriotic front – Pf), e quello guidato da Hichilema, il Partito unito per lo sviluppo nazionale (United party for national development -Upnd).
Il nuovo presidente ha davanti una sfida enorme: risollevare la disastrata economia del secondo produttore di rame e primo paese in default del continente, schiacciato da debiti esteri che dallo scorso anno non riesce a ripagare. (M.T.)