In Zimbabwe si è diffusa una preoccupante epidemia di morbillo, scoppiata all’inizio di aprile nella provincia orientale del Manicaland e propagatasi velocemente in tutto il paese e a nord, oltreconfine.
Il 3 settembre il ministro della salute ha aggiornato i numeri: 6.034 casi confermati e ha causato 685 morti, tra cui almeno 700 bambini, tutti non vaccinati. In un solo giorno, il 1 settembre, sono stati segnalati 191 nuovi casi e 37 decessi.
Già durante la campagna di immunizzazione per la pandemia di Covid-19 il governo aveva lanciato una campagna di vaccinazione di massa contro il morbillo, rivolta ai bambini di età compresa tra sei mesi e 15 anni, ma si è trovato a fare i conti con una dura resistenza da parte di molte famiglie, spinte a rifiutare ogni tipo di vaccino da gruppi religiosi.
Le sette apostoliche, contrarie alla medicina moderna, non consentono infatti ai loro membri – nemmeno alle donne in gravidanza – di essere vaccinati o di ricorrere a cure mediche negli ospedali quando si ammalano, permettendo solo di fare affidamento sui profeti autoproclamati delle chiese stesse e sulle preghiere, per la guarigione.
I predicatori apostolici contano fino a 3 milioni e mezzo di seguaci in tutto il paese, circa una persona su cinque. Questa dottrina sta quindi accelerando la diffusione della malattia. Nel tentativo di scalfire questa barriera, le autorità sanitarie stanno cercando di coinvolgere anche i leader tradizionali e religiosi.
Prima dell’attuale epidemia, lo Zimbabwe non registrava casi di morbillo da più di 10 anni.
La malattia virale infantile, tra le più infettive al mondo, si è diffusa anche a nord-est, oltreconfine, in diverse aree dello Zambia, dove ha fatto almeno 23 morti il mese scorso. A metà agosto, le autorità hanno confermato 475 casi dall’inizio dell’anno.
Ad aprile l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unicef, parlando del rischio di una “tempesta perfetta”, avevano lanciato un allarme sulla crescita, a livello mondiale, dei focolai di malattie prevenibili con il vaccino, tra cui il morbillo. Questo dopo che, nei primi due mesi del 2022, i casi segnalati erano aumentati del 79%, rispetto allo stesso periodo del 2021.