Lo Zimbabwe deve sospendere la produzione di energia dalla sua principale fonte di elettricità, la diga di Kariba. Lo afferma la Zambezi River Authority (Zra), responsabile della gestione della diga di proprietà congiunta dello Zimbabwe e del vicino Zambia.

“I livelli di stoccaggio dell’acqua hanno raggiunto un livello critico” ha affermato la Zambezi River Authority, sottolineando che lo Zimbabwe aveva già esaurito la sua dotazione annuale di acqua per l’elettricità e stava consumando la quota del vicino Zambia.

Attualmente, il suo serbatoio ha il 4% di acqua utilizzabile, ovvero un quarto del livello dell’anno scorso. E l’andamento della stagione delle piogge non fa sperare in un ragionevole aumento dell’afflusso nel restante periodo dell’anno 2022.

La sospensione ha dunque effetto immediato. Lo Zimbabwe potrà riprendere a produrre energia dalla diga di Kariba solo a gennaio 2023.

Alla comunicazione della Zambezi River Authority  seguono non poche contestazioni. Joseph Kalimbwe – un funzionario del governo dello Zambia e convinto critico del governo dello Zimbabwe – afferma che la diga di Kariba è piena. In Zambia, la produzione di energia viene condotta normalmente.

La notizia della chiusura dell’impianto è un duro colpo per lo Zimbabwe. Nel paese, le persone stanno già affrontando fino a 12 ore al giorno senza elettricità. E, con questa nuova misura, la crisi energetica del paese non può che aggravarsi.

La centrale idroelettrica di Kariba è l’unica centrale elettrica affidabile dello Zimbabwe. Le altre centrali termiche a carbone sono, infatti, inaffidabili a causa dell’invecchiamento delle infrastrutture che si guastano costantemente. (R.B.)